TELE nonCIsto!
Ciao a tutti, sono Giulio Legale! Il mio nome non vi basta? Volete sapere chi sono e cosa ci faccio qui? Sono il direttore di una testata giornalistica televisiva, e conduciamo un telegiornale, il nostro unico obiettivo è quello di sensibilizzare al rispetto, qualsiasi forma di rispetto verso tutto e tutti…
Posso dirvi inoltre che mi sta a cuore il pianeta Terra, il vostro, ehm scusate, il nostro pianeta Terra… Vi racconterò, anzi vi racconteremo insieme a tutti i giornalisti, alcune storie vere, reali, per farvi capire chi sono, chi siamo, perché i fatti contano più delle parole! E forse sarete voi a spiegarmi meglio chi sono! Perché alle volte ho dei dubbi anche io… scusate il mio umorismo … aahhahahhhh
Allora siete pronti ad ascoltare? Bene, vi racconteremo tre episodi che sono stati l’emblema della nostra “lotta” per i nostri valori, i nostri principi…
“ Ragazzi, la nostra redazione giornalistica ha ricevuto delle importanti segnalazioni, quasi delle denunce, dal Salento. Si tratta di casi di situazioni che riguardano ambiente, criminalità e razzismo che vanno indagati e portati a conoscenza dei nostri telespettatori” esordì quella mattina il direttore.
“ Emma, Gioia, Iahja, Edoardo, Samuele, Elisa preparate la macchina e.. forza al lavoro. Ah, dimenticavo, avvisate in redazione, Cristiano e Silvia, che si tengano pronti per montare i servizi”.
Avevano mantenuto a stento la loro esultanza i cronisti e gli inviati di Tele nonCIsto!, una giovane emittente televisiva impegnata nei servizi di cittadinanza attiva, ma era chiaro che un viaggio in Salento nel momento più bello dell’estate avrebbe reso felice chiunque.
In men che non si dica si ritrovarono tutti in piazzetta, non mancava nessuno: Iahja lo stuporoso, Emma l’artista, Gioia la sognatrice, Edoardo il saggio…. Sembravano i supereroi dei cartoni giapponesi.
Avevano aspettato un po’ prima che arrivasse lo storico Bully che li avrebbe portati in viaggio e Alessio, il loro Alessio, fece in fretta ad invitarli a mettere nel cofano bagagli e attrezzature. Pronti…..sì …..no ….quasi ..per niente!
Alessio con voce stridente disse “ Sarebbe utile una spintarella”…. Nessuno replicò al problema, in fondo , e ora molto in fondo , si andava in Salento.
1.
Non era stato facile sopportare la guida spericolata e complicata di Alessio, le curve, le frenate, i sussulti avevano messo a dura prova il mal d’auto di Gioia. Miracolosamente sani e salvi, erano arrivati …. Erano in Salento pronti, questa volta prontissimi…..
Per molti di loro era la prima volta che vi si recavano, tranne che per Iahja, il solito curioso, che divenne il cicerone del gruppo allietando tutti con le sue descrizioni e narrazioni sulla bellissima terra che li ospitava.
All’improvviso una brusca frenata fece spaventare l’intero gruppo, anche Alessio alla guida ne uscì stravolto. Emma dal suo sedile poco prima aveva avvistato al centro della strada un piccolo animaletto.“Fermo, fermo” aveva urlato la ragazza. Alessio aveva premuto il freno rimanendo quasi inchiodato al pavimento stradale a pochi centimetri dal malcapitato “pedone”.
Bully emise un suono talmente acuto che Samuele Pio si svegliò confuso e disorientato.
Emma scese subito ed Elisa, afferrando la sua telecamera la seguì senza pensarci troppo.
Emma raccolse sul palmo della sua mano l’animaletto: “Aaaaamooore! Che bella che sei…. !!!!” esclamò
“…Grazie …finalmente un complimento….” Replicò la piccola
“Come ti chiami?”
“Non far finta di non riconoscermi, in Puglia e ora anche oltre i confini mi conoscono tutti “ rispose l’insetto con tono ironico e sarcastico.
“Come ti chiami?” ripetè Emma
“Xylella Fastidiosa, per servirti…sai non mi capacito che tu non mi riconosca, hanno sparlato…ops… anzi parlato di me giornali, scienziati, gente comune, tanto che per molto tempo mi hanno fischiato le orecchie… Non sempre bene…ma si sa, nella vita l’importante è parlarne..”
Emma aveva ormai quasi chiaro i dettagli del suo incontro, quasi come la pellicola di un film la sua mente era andata indietro nel tempo e nei fatti e aveva ben chiaro che davanti a lei pronta per una intervista impossibile c’era quasi la più vera e grande star dei disastri ambientali di tutti i tempi.
“Sei sola?” continuò Emma.
“No, no, no, io sono Xylella regina!” Rispose la star con tono indignato.
“In che senso?” chiese Emma.
“Qualche tempo fa ho guidato il mio regno in questa terra, mi hanno detto che sono in…Salento, è tutto bello qui il mare, lu sole, lu ientu, vero?”
Emma annuì.
“Però non posso dirvi come, sono tenuta al segreto professionale. Il mistero è ancora tanto fitto e mi diverte tutto questo. Tante sono le teorie su di me: incidente di laboratorio, attacco terroristico, speculazioni economiche, sapete che vi dico? Alcune volte le spiegazioni possono essere molto più semplici! Comunque per me l’importante è che sia qui e ti assicuro che è una bella vita”, concluse Xylella.
“Perché sei qui?” domandò timidamente Emma.
“ E perché no? Ho già girato il mondo in cerca di paradisi ricchi di esemplari di cui sono ghiotta, parlo naturalmente di ulivi e di tante altre specie mie vettori, e non me lo sono fatto ripetere due volte, così mi sono trasferita qui e devo dire ho fatto un grande business veramente” spiegò Xylella.
“Quando pensi di andare via?” continuò a domandare Emma.
“Non lo so …quando mi va! Perché volete tutti cacciarmi da questa terra?… ne ho sentite di tutti i colori sulle conseguenze della mia presenza qui…desertificazione, cementificazione…. Tutta invidia! sono un batterio per bene io”, precisò Xylella.
Emma sbalordita insistette “Perché non vai via? Non sei un batterio per bene, hai provocato l’essiccamento di tante piante!”
“Bugiarda , non è vero, non sono un’assassina!” continuò Xylella “ e voi uomini con i vostri egoismi e le vostre ambizioni avete distrutto questa splendida terra”
Emma rimase in silenzio quasi a voler capire se questa fosse la verità. Ma subito riprese lucidità e concluse:
“Gli errori sono sempre perdonabili, se si ha il coraggio di ammetterli. Il successo non consiste nel non commettere errori, ma nel non ripeterli una seconda volta e tu…”
“ Dai, impareremo a conoscerci …portatemi con voi! Tentò Xylella.
“Preparati pure…” furono le parole che accompagnarono una grande accelerata… e Xylella rimase sbalordita sul ciglio della strada!
“Grande, bravissimo Alessio! Questa volta non hai sbagliato a mettere in moto, una bella partenza” disse Emma.
“Ma ragazzi, non sono stato io – rispose Alessio – non avevo neppure inserito la chiave, guardate… è ancora nella mia tasca!”
“E quella chiave inserita…? Guardate come splende… sembra d’oro! Alessio Alessio ne sai tante tu…” lo canzonò Emma.
“No ragazzi, credetemi, non sto scherzando… è … strano, davvero strano” concluse Alessio.
Il tele-bus continuò il suo viaggio. Da qualche tempo il numero telefonico unico di soccorso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco “115” aveva avuto numerose telefonate per segnalazioni di fumi e di fiamme pericolosi per le persone e il territorio.
All’improvviso una brusca frenata accompagnata da un urlo di Fiammetta, svegliarono Alessio appisolato sul sedile ultimo, che non volle più guidare per quel misterioso fatto della chiave d’oro. Cristiano scese con Samuele Pio attrezzato con telecamera e microfono.
Era un vero incendio che voracemente avanzava e inceneriva la macchia mediterranea. Sembrava quasi una danza dalle lente mosse. Il fuoco saliva, scendeva, ruotava, andava, veniva, alzava, cadeva……
Cristiano prese coraggio, ma tanto coraggio, cominciò ad agitare la tovaglia del pic- nic per allontanare il pericolo, ma era chiaro che non sarebbe bastato, era un modo come un altro per prendere tempo nell’attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco.
“Ma cosa pensi di fare, credi che due sbattute possano scoraggiarmi..” disse una voce calda e velata. Apparve tra i colori e le forme del fuoco una bella figura che attirò la curiosità di Cristiano.
“ Chiiiiii sssseiii? Balbettò il malcapitato, mentre Samuele Pio era sparito.
“ FireWoman, per servirti” continuò lei.
“No, no, gggrazzzzie. Sbaglio o sei arrivata qui senza invito?”
“ A dire il vero non ne ho mai avuto bisogno, scelgo i luoghi delle mie attività in base ai disastri naturali e umani e qui in Salento… Beh davvero un bel territorio per me, Xylella ha provveduto all’essiccamento rapido degli ulivi e ha reso facile e sicura la mia presa e il mio rendimento. Poi aggiungeteci l’eccezionale ondata di caldo, le campagne secche, gli sciagurati piromani, le scampagnate dei turisti e il resto è fatto. E’ chiaro che sarò colpevole per il mondo intero di quel processo di desertificazione che cambierà la geografia del Salento. Ma chi ha colpa dei suoi guai pianga se stesso e di certo nessuna inondazione di lacrime riuscirà a spegnermi. Credetemi …conosco bene il mio lavoro”.
“AAAlllloooraaa…. Non vai via subito…” continuò Cristiano ormai scoraggiato dal mancato arrivo delle pompe.
“Ah no, scordatelo!! Me ne andrò, e si fa per dire, quando avrò finito di bruciare tronchi e fogliami secolari e la mia fame di cenere si sarà saziata” continuò FireWoman, mentre minacciosa si avvicinava al telebus e ci girava intorno.
Fu proprio in quel momento che si udì un insolito scricchiolio e da un guscio tondeggiante sbucarono due smilze zampette verdi, un batuffoso musetto verde, una coda dalla punta a forma di freccia e sul dorso una lunga criniera di grosse spine triangolari d’osso: era una draghetto.
FireWoman guardò ammirata quell’esserino, erede sicuramente di una grande stirpe di draghi avvampatori, i Draconis.
Il draghetto iniziò a piangere e disse singhiozzando: “mi… mi hanno abbandonato… Sono diverso dai miei fratelli, per questo mi hanno lasciato qui… con tanta fame e sete… ah almeno mi hanno lasciato un biberon…”
Bevve un sorso e… in men che non si dica una bomba di acqua da idrante propulsivo spense per sempre FireWoman lasciando in suo ricordo solo una macchia rossa sull’asfalto.
“Ebbene sì, sono diverso e me ne vanto, perché io non lancio fiamme di fuoco, io finalmente lanciooooooo AAAAACQUUUUUA” gridò tutto divertito il piccolo drago.
Tutti festeggiarono il piccolo grande eroe e il suo sogno segretissimo, entrare a far parte del Corpo dei Vigili del Fuoco “Perché io, un giorno, farò il pompiere!” urlò felice.
Cristiano si dimostrò molto riconoscente offrendo un tour in Salento a Draghetto che gentilmente declinò l’invito per i suoi tanti impegni anti incendio, ma regalò loro il suo biberon, che era… d’oro!
2.
Nel frattempo erano stati avvistati nel Parco Naturale di Porto Selvaggio degli strani movimenti …
La lettura della segnalazione da parte della redazione di Tele nonCIsto! si era rivelata molto interessante e talmente coinvolgente tanto che la troupe in viaggio per le strade salentine credeva di essere sul set come i protagonisti di “Momo alla conquista del tempo”.
La piccola protagonista e i suoi amici, guidati da Mastro Hora erano riusciti a contrastare gli uomini grigi ladri del tempo degli uomini. Sapete, era come filmare la prima scena, centinaia di auto che arrivavano nel piccolo paesino guidate da uomini grigi.
Stavolta potevamo parlare di omoni grigi di grossa statura, i celebri Cementix viaggianti su delle betoniere, macchine per l’edilizia avente la funzione di impastare e miscelare tra di loro i componenti, sabbia e acqua, della malta o del calcestruzzo, e armati da pompe per cemento e accompagnati da cani segugi anti-terra, la loro specialità era segnalare chiazze di terra ancora non cementificata.
Eh già, i Cementix erano arrivati a Porto Selvaggio per cementificare alcune zone ormai infettate da Xylella e incenerite da FireWoman: era una prospettiva davvero terrificante!
Sulla strada che portava alla pineta un lungo ingorgo, centinaia e centinaia di auto incolonnate, aveva bloccato il tele-bus.
Fiammetta ed Emma, intrepide e coraggiose si lanciarono letteralmente dalla macchina, imbracciarono le loro attrezzature e si catapultarono nel bel mezzo di una manifestazione di ambientalisti ed ecologisti decisi a contrastare la cementificazione di Porto Selvaggio.
Le due telecroniste, in men che non si dica, si ritrovarono in prima linea, anzi sulla linea protesta.
Ecco la scena da descrivere.
A destra i manifestanti sostenitori della tutela ambientale nel ricordo di Renata Fonte, Consigliera comunale nel comune di Nardò alla quale venne assegnato l’Assessorato all’ambiente.
Durante il mandato, al fine di difendere l’area di Porto Selvaggio dalla speculazione edilizia, promosse una modifica al piano regolatore. L’omicidio venne commesso pochi giorni prima dalla seduta nella quale si sarebbe decisa la modifica da lei proposta. La notte del 31 marzo 1984, mentre rientrava a casa dopo una riunione del consiglio comunale, venne uccisa a colpi di pistola da due sicari.
A sinistra ringhiosi cani e statuari energumeni grigi pronti all’azzanno per scacciare i manifestanti e proseguire nella loro opera fatta di disoneste opere ambientali e di illecite costruzioni edilizie.
Fiammetta ed Emma documentavano e registravano slogan, canti, cortei, interviste, mentre le presenze si moltiplicavano e montavano i fumi dei lacrimogeni e gli spruzzi di spray urticante … la situazione degenerava e i possibili scontri facevano paura. Le ragazze provarono perfino a raggiungere le delegazioni di manifestanti e di infestanti grigi ma senza risultato.
In quel momento, una giornalista che prendeva appunti, alzò in alto la sua penna e urlò “Guardate!”
All’improvviso un violento vortice d’aria avvolse i Cementix tutti fino a sollevarli come palloncini gonfiati ad elio e a portarli talmente in alto dove ogni cosa sparisce.
Subito dopo regnò il silenzio più assoluto, ancora più assoluto quando tutti i manifestanti furono letteralmente travolti da quello che videro … anche la giornalista era scomparsa, e al suo posto zampillava una fonte d’acqua … Una fonte… era “rinata”…
L’occhio attento di Fiammetta, notò che la penna della giornalista… era, anche questa volta, d’oro!
3.
È lunedì, rientrati dal Salento, sono tutti ai loro posti in redazione.
Nello studio televisivo di TELE nonCIsto!, sta per andare in onda il TG del lunedì. Sono presenti la telegiornalista e come ospite il calciatore brasiliano Maz, protagonista di una incresciosa vicenda accaduta il giorno prima, domenica appunto nello stadio di Lecce.
Inizia l’edizione speciale, approfondimento del TG delle 20.00. I due sono già in postazione.
La giornalista dopo aver salutato i telespettatori presenta Maz Lima, l’ospite in studio che sarà intervistato subito dopo il servizio.
Parte il servizio e l’inviato speciale spiega tutto ciò che è successo in campo domenica, descrivendo le immagini che vanno sul monitor.
“Ieri pomeriggio, durante la partita Lecce – VirtusFulvia disputata nello stadio di Lecce è successo qualcosa di straordinario, un fatto davvero incredibile!
Ma veniamo prima alla cronaca. Appena mette piede nello stadio l’arbitro Seta, un figiano, quasi tutto lo stadio si mette a deriderlo con una sonora risatina perché Seta è vestito con l’abito tradizionale delle isole Figi, il sulu, cioè una gonna che portano gli uomini figiani. Ovviamente l’arbitro, abituato a insulti e offese tipo “stupido gonnellino”, fa finta di niente e dà il fischio di inizio alla partita dopo che tutti i calciatori si sono posizionati ai loro posti nel campo da gioco.
Il primo tempo, a dire il vero, scorre senza grandi azioni, anzi un po’ monotono e noioso da parte di ambo le squadre. Nella ripresa però già al 15° minuto succede quello che poi ha dato il via a tutta una serie di eventi eccezionali: il nr. 7 della squadra VirtusFulvia fa uno sgambetto palesemente scorretto a Maz Lima, il giocatore brasiliano, in area di rigore. Seta fischia subito il fallo ed espelle il giocatore scorretto. Proprio in quel momento, un brusio si alza dagli spalti; un crescendo di parolacce, offese gratuite e delle vere e proprie oscenità nei confronti sia dell’arbitro per il suo stupido gonnellino sia contro Maz offendendolo per il colore della sua pelle. Seta concede il rigore e a batterlo è proprio Maz. Concentrazione … tiro … goal! Un boato di esaltazione esplode da parte dei tifosi della squadra del Lecce, ma un boato ancora più potente scoppia tra gli ultras del VirtusFulvia offendendo e ferendo Maz in seguito a lanci di bottigliette di vetro, lattine, resti di cibo e altri oggetti pericolosi. E’ proprio in quel momento che accade dell’incredibile … qualcuno pare abbia visto l’arbitro estrarre dalla tasca un altro fischietto, un fischietto dorato … lo porta alle labbra e fischia … Il tempo si ferma! Tutti restano immobilizzati per alcuni secondi … e subito dopo … tutti, ma proprio tutti gli ultras del VirtusFulvia sono… IN MUTANDE! … Sì signori, indossano solo le mutande con la stessa fantasia del sulu di Seta.
Tutti gli altri scoppiano in una piena risata… ma non di scherno, solo pura ilarità, perché è giusto far vivere a chi bullizza la stessa pena del bullizzato.
Gli ultras cercano di nascondersi uno dietro l’altro e si ritrovano in fila insieme, come un trenino. Dalle casse parte una musica samba brasiliana, e ballando escono dallo stadio accompagnati da risate e tanti applausi. Gli applausi però sono rivolti a Seta e a Maz! … ma … l’arbitro non c’è già più!
Al suo posto una penna, d’oro; una penna che qualcuno ha riconosciuto …
Il fatto ha scatenato la curiosità di tutti. E stanno, stiamo ancora indagando il come, il cosa ed il perché di tutto…
A voi la linea”
Prende la parola la giornalista in studio, che fa una domanda all’ospite circa la sua passione per il calcio, e su cosa ha provato durante l’ultima partita disputata. Maz inizia dicendo che ha cominciato a giocare “a pallone” in spiaggia, nelle grandi spiagge del Brasile e in strada, per le favelas, dove ha però patito fame, malattie ed ogni sorta di difficoltà … ecco perché le offese dei tifosi avversari sono ben poca cosa rispetto alla vita passata.
La giornalista conclude l’edizione salutando il pubblico e l’ospite in studio … e poi chiede: “ Avete spento le telecamere? Non siamo più in onda, vero? … Mandatemi sul monitor 3 fotogrammi, in particolare quelli al nr. 13, 27, 39, li ho appuntati … Ecco, vedete? Sulla nuca dell’arbitro c’è un tatuaggio. In questi tre fotogrammi si vede da tre angolazioni diverse … e messe insieme, come in un puzzle … ogni lettera forma … Avete visto?
E vi dico altro… conosco bene quella penna d’oro … ha delle potenzialità infinite! Una di queste è che la penna è capace di disegnare illusioni ottiche che rispondono alla volontà del proprietario …
Ma c’è un’altra peculiarità, tra le tante… ha l’inchiostro infinito. Cosa vuole dire? Che non è finita qui…
(tutti i personaggi) – Che ci vediamo alla prossima avventura!